Visite

venerdì 19 settembre 2008

lunedì 15 settembre 2008

È che per scrivere qualcosa ci vorrebbe l’ispirazione. Nel bene o nel male. Nel senso, se fossi tanto contenta da non poter trattenere la contentezza, allora forse sentirei l’esigenza inarrestabile di scrivere. Oppure, se fossi infinitamente triste, potrei aver bisogno di tirar fuori tutto quello che mi fa stare male, sfogandomi tipo fiume in piena, inondando di parole questo povero blogghino. Invece nulla. O quasi. Non sono né triste né felice. Sono… in attesa, ma non so di cosa.


Percepisco del movimento nell’aria e cerco di restare in ascolto, per captare tutte le possibilità, cercando di prendere al volo qualcosa di indefinito, ma che sento potrebbe arrivare. Magari mi sta ronzando intorno…


Oggi è ricominciato tutto. Tutte le MIE cose. Sono tornata a danza e stasera ci torno di nuovo, tanto per non farmi mancare nulla.


Prima mi ha chiamato qualcuno che sapevo (sentivo) avrebbe chiamato proprio oggi (questo era piuttosto facile da prevedere, ma non era del tutto scontato), quindi ripartirà anche un altro aspetto della mia piccola esistenza al quale non so e non posso più rinunciare.


Ho passato un’estate abbastanza strana, con momenti in cui me la sarei presa con l’universo, solo per non prendermela con me. Ho odiato con tanta di quella forza… così, a caso. E poi ci sono stati periodi un po’ meno tesi, in cui mi sono rilassata e addirittura divertita. In cui non ho pensato più di tanto… a cosa? A quel qualcosa di indefinito che mi fa stare di cacca e allo stesso tempo mi fa sperare che qualcosa cambi, in qualche direzione… indefinita.


Ecco. Forse era meglio se non scrivevo. Mi sembra di essere un animalino con tante zampine, intrappolato in un gomitolo tutto aggrovigliato. E io rufolo un monte, con tutte le mie zampine, ma non mi riesce districarlo e venirne fuori.



Giuro che non mi drogo.



Ho anche sognato di dormire col Merda® (e chissà perché m'è tornato in mente dopo aver detto che non mi drogo, guarda te che associazione d'idee) l’altra notte; indossava un improponibile pigiama rosso e mi diceva di non preoccuparmi, perché io gli facevo notare che quello era il mio letto e non mi ricordavo proprio di aver sposato lui. “Stai tranquilla, pensa a dormire!” mi diceva il Merda®, e io mi rimettevo giù. Dopo poco però mi rimettevo seduta e, tornando a fissarlo, ripetevo: “Eppure il mi’ marito era diverso…”


 


Mi son svegliata un po’ confusa…

venerdì 5 settembre 2008

Sto qui. Aleggio. Marcisco.

Forse dopo scrivo qualcosa.


Ma NON è una promessa. E forse sarebbe meglio non scrivessi... non lo so, magari invece è utile. Mah. 


Uffa.


Uggia.


Piattume estremo.


Aridità.


Inettitudine.


Cacca.


(Poesia contemporanea, anzi, estemporanea...)


Gli antistaminici mi hanno tolto anche l'ultimo barlume di presenza umana. Resta solo una creatura rincoglionita e moccicosa.


Ennò. Non ce la faccio a volermi bene uguale.