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martedì 17 ottobre 2006

Le poesye di Gingy

Allora, oggi ho deciso che son malata. E ne vo fiera!
Stamattina non sono andata a lavoro perché mi faceva taaaaaaanto male il capino e anche perché avevo bisogno di un giornino di pace sennò ammazzavo qualcuno, quindi me ne sono stata al bujo nel lettino, tipo ghiro, fino alle 10. E mi ci son talmente trovata bene che sto meditando di stare a casa anche oggi pomeriggio, tanto ormai non saranno 4 orette in meno a influire sullo stipendio, e poi chissenefrega. Ecco. Avevo bisogno di espellere questo sfoghino peloso.
Ora basta sfoghi però. Parliamo di cose belle, cari i miei numerosyssymy lettori, perché voi tapiny non sapete che – in quanto donnnino fyne – tra le mie infinite doty (ma quali?) c’è anche quella della poesya. Ecco quindi che oggi, cari i miei fortunelly, vi propino la mia ultima CVEAZIONE intitolata:



 
NUBY TRA I TUBY



 Badalì,
quanti tuby,
tuby neri,
tuby blé…
tuby alty,
tuby medi.
Ma ohibò!
Che accade?
Tutto appar fulygginoso.
C’è le nuby
tra ‘sti tuby
e non si vede più un tubo.

PECATO!



 
Eh? Vi garbiede? A me mi par d’una bellezza unyca, ma forse son di parte.
E ora che vi ho generosamente fornito materiale sul quale riflettere ed arrovellare le vostre menti Vi saluto, cari miei affezionatyssymy…e vo a vedere se trovo un birrino, magari tiepido.  



 

3 commenti:

  1. Participio (no il tempo verbale, la coniugazione sbagliata) anch'io al certame coronarico (nel senso che chi vince, vince una bella operazione a cuore aperto con rinforzamento dell'arteria coronarica) in quIstione, citando un lavoro poetico nientemeno che del Vescovo di Caerano Val di Niente, sua Eminenza Grigia Beozia (Grigia è il nome, Beozia il patronimico, il cognome non lo so). Quindi, vedrai, vinco, ché ci ho gli appoggi in alto:


    "vescovado,

    vado

    vado,

    o 'ndove vado?

    v'esco o vado?

    v'entro o v'esco?

    vado?

    che fo, vado?

    vada, vada,

    al vescovado,

    v'entri e veda

    venga e vinca

    vanghe & veli.

    S'è fatto la lotteria vescovile.

    Ora esci tocca al prossimo.

    Vienci anche voi, al vescovado"

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  2. Allor mi congiungo (aibò, dé, mi vien l'onco) all'agòne cor una lyrica fine&elegante, come son io:


    Pigia

    pigia

    pigia

    pigia

    pigia

    pigia

    pigia

    pigia

    pigia

    pigia

    pigia

    pigia

    oiòi c'è un monte di gente all'Ichèa di Osmannoro, mi ci rivedete dipinto malidetta la vostra razzaccia accident'a'tte che ci siei voluta venì di domenica tutta colpa di quella grandissimo tegame di tu' ma' ora come fo a facci entra' tutti i mobili nel cofano della SINCA1000?

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  3. ..e io che per farmi due risate mi ero rassegnato a dover rileggere il blogghe del PAPERO per la quinta volta ^___^

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